L’importanza delle terapie e il controllo cardiologico nell’era del covid-19

La malattia da Coronavirus 2019 (Covid-19) può colpire in modo grave le persone con patologie cardiovascolari.
Sono stati sollevati dubbi su un potenziale effetto dannoso degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-Inibitori) e dei bloccanti dei recettori dell’angiotensina ARB (sartani) in questo contesto clinico spesso presenti nei farmaci per le terapie di pazienti con problematiche cardiologiche.
Per questo motivo è stato istituito un database osservazionale in 169 ospedali fra Asia, Europa e Nord America, per valutare la relazione tra malattie cardiovascolari e terapia farmacologica tra i pazienti ospedalizzati con Covid-19 che sono stati ricoverati tra il 20 dicembre 2019 e il 15 marzo 2020 e sono deceduti in ospedale o sopravvissuti e dimessi a domicilio.
Sono stati analizzati 8910 pazienti con Covid-19, per i quali era disponibile la documentazione per un totale di 515 decessi in ospedale (5,8%) e di 8395 sopravvissuti dimessi.
I fattori associati in modo indipendente con un aumentato rischio di mortalità intraospedaliera erano:

  • l’età superiore a 65 anni (mortalità 10,0%, contro il 4,9% tra quelli di età ≤65 anni)
  • Malattia coronarica (10,2%, contro il 5,2% tra quelli senza malattia)
  • Insufficienza cardiaca (15,3%, contro il 5,6% tra quelli senza insufficienza cardiaca)
  • Aritmia cardiaca (11,5%, contro il 5,6% tra quelli senza aritmia)
  • Broncopneumopatia cronica ostruttiva (14,2%, contro il 5,6% tra quelli senza malattia)
  • Fumatori (9,4%, contro il 5,6% tra ex fumatori o non fumatori).

Non è stato riscontrato un aumento del rischio di mortalità ospedaliera associato all’uso di ACE-inibitori (2,1% contro il 6,1% tra quelli che non assumevano ACE-Inibitori) o l’uso di ARB (sartani) (6,8% contro il 5,7% tra quelli che non assumevano sartani).

Questo studio conferma che le malattie cardiovascolari suddette, sono associate ad un aumentato rischio di mortalità intraospedaliera tra i pazienti ricoverati con Covid-19.
I risultati di questo studio, però, non confermano le precedenti preoccupazioni in merito ad un potenziale aumento della mortalità intraospedaliera, in pazienti che assumono ACE-inibitori o ARB.
Tali terapie, quindi, non vanno interrotte in caso di infezione da COVID 19, ma in un momento delicato come quello che stiamo vivendo ne è consigliata la verifica dell’efficienza delle stesse, tramite i consueti controlli cardiologici.

A cura del Dott. Enri Gliozheni, specialista cardiologo del nostro Poliambulatorio

Articolo originale:
“Cardiovascular Disease, Drug Therapy, and Mortality in Covid-19”
The New England Journal of Medicine, on May 3, 2020.

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